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sabato, Febbraio 22, 2025
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Sanremo 2025, le pagelle dei BIG a cura della redazione di CilentoTIME e CilentoTV

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Sanremo 2025, le pagelle dei BIG a cura della redazione di CIlentoTIME e CilentoTV

Ecco le nostre pagelle dei Big al Festival di Sanremo.

Gaia – ‘Chiamo io chiami tu’ – Voto 6

Brano dal sound urban e radiofonico che descrive una relazione di coppia. Il ritornello, orecchiabile e facile da ricordare, sembra puntare alla hit, ma la canzone nel complesso risulta carente di sostanza.

Francesco Gabbani – ‘Viva la vita’ – Voto 6

Una ballad dedicata alla bellezza e alla fugacità della vita. La struttura è lineare, con strofe e ritornello che culminano in un bridge finale. L’esibizione è gradevole e in pieno stile Gabbani ma non brilla particolarmente e appare meno incisiva rispetto agli altri successi dell’artista, come ‘Occidentali’s Karma’ e ‘Viceversa’.

Rkomi – ‘Il ritmo delle cose’ – Voto 6

Più autentico e sincero rispetto al passato, a discapito però della componente catchy. Il brano, un mix di urban rap e melodia, esplora temi come il ritmo, il disordine, il caos e la libertà di scelta.

Noemi – ‘Se t’innamori muori’ – Voto 5

Una ballad delicata e senza fronzoli, scritta dal duo Mahmood-Blanco. Il ritornello, semplice ma accattivante, si imprime facilmente nella memoria.

Irama – ‘Lentamente’ – Voto 5

Sceglie la strada di un’interpretazione emotiva e intensa, in perfetto stile sanremese, per descrivere la fine di un amore, tra ricordi di incontri segreti e rimorsi. La canzone è una ballad tormentata senza elementi di novità. Le sonorità e il ritmo ricordano molto il brano presentato lo scorso anno.

Coma_Cose – ‘Cuoricini’ – Voto 6

I Coma_Cose tornano all’Ariston con la fede al dito. Un pezzo dance pop che cattura l’orecchio al primo ascolto. Simpatico e pronto all’utilizzo social, il brano fa parte del nuovo capitolo della vita artistica del duo. I loro ‘Cuoricini’ fanno ballare e si candidano a tormentone con un messaggio tutt’altro che banale.

Simone Cristicchi – ‘Quando sarai piccola’ – Voto 6 e 1/2

Brano intimo e intenso. Una dedica struggente alla madre, che affronta la fragilità e le difficoltà dell’età avanzata. In poche parole: una poesia.

Marcella Bella – ‘Pelle diamante’ – Voto 4 e 1/2

Tenta la strada dell’auto-empowerment, presentandosi come una donna indipendente, forte, sfacciata e con una sana dose di amor proprio. L’intento di creare un inno al femminile, però, non trova piena realizzazione. Il brano non convince del tutto.

Achille Lauro – ‘Incoscienti giovani’ – Voto 9

Una ballata romantica e nostalgica che richiama ‘Amore disperato’. L’arrangiamento, incentrato su archi e voce, mette in luce un lato più intimo ed emozionale dell’artista. Una nuova versione di Achille Lauro che convince sotto ogni punto di vista. La canzone farà bene anche al di fuori dell’Ariston.

Giorgia – ‘La cura per me’ – Voto 7

Giorgia si muove nel suo territorio d’elezione, bilanciando con maestria potenza vocale e delicatezza interpretativa. Il brano, una ballad con strofe ritmate, affronta il tema universale della ricerca dell’amore e della speranza, esprimendo il desiderio di superare la paura della solitudine.

Willie Peyote – ‘Grazie ma non grazie’ – Voto 7

Con un’ironia tagliente e un sound che fonde sapientemente rap e atmosfere anni ’70-80, evoca la leggerezza di Pino D’Angiò, ma con una profondità tutta sua. Il suo brano è un inno al diritto di rifiutare le pressioni e le superficialità del quotidiano, un “no grazie” liberatorio che non risparmia nessuno, nemmeno i Jalisse che saranno anche nel videoclip della canzone. Peyote fotografa il disagio di fronte ad una società che spesso appare vuota e frivola, trasformandolo in un mantra condivisibile. E lui su palco diverte.

Rose Villain – ‘Fuorilegge’ – Voto 6

Note pop urban per l’amore cantato da Rose Villain. Il pezzo presenta sonorità che ricordano da vicino il suo precedente successo sanremese, ‘Click boom!’, creando una sensazione di déjà-vu. Il brano funziona ma non sorprende.

Olly – ‘Balorda nostalgia’ – Voto 6

Un’ode alla nostalgia e al rimpianto per i giorni felici del passato e l’interpretazione, come direbbe lo stesso Olly, regala le tre vene sul collo. Il ritornello, potente ed efficace, è valorizzato dall’accompagnamento orchestrale. Ma il punto di forza è sicuramente l’energia dell’artista.

Elodie – ‘Dimenticarsi alle 7’ – Voto 7 e 1/2

Delicata e raffinata, distante dalla pop dance. Elodie parla di un amore ormai giunto al capolinea con una fusione di stili e un’introduzione che richiama il timbro irraggiungibile di Mina.

Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento – ‘La mia parola’ – Voto 6

Shablo e soci riportano Sanremo indietro nel tempo, direttamente agli anni ’90, con un rap old school di grande impatto. Una vera e propria ‘street song’ che racconta la vita di strada. Il brano mescola sapientemente barre rap e influenze blues, in un mix ben riuscito ed efficace. I rapper dimostrano la loro abilità con un pezzo grintoso e autentico. Divertimento sul palco dell’Ariston.

Massimo Ranieri – ‘Tra le mani un cuore’ – Voto 5

Una bella canzone, ben scritta e interpretata magistralmente. Ranieri, con la sua inconfondibile vocalità, ci regala un messaggio carico di empatia, un invito a prendersi cura degli altri. Un inno all’amore e alla vita, perfettamente centrato nella tradizione della musica italiana.

Tony Effe – ‘Damme ‘na mano’ – Voto 7 e 1/2

La nuova versione di Tony Effe si cimenta con un brano più melodico e introspettivo lasciando a casa il trapper aggressivo che ha fatto tanto discutere.

Serena Brancale – ‘Anema e core’ – Voto 6

Festoso e ritmato, un omaggio a Pino Daniele e alla Puglia. Il dialetto barese di Serena Brancale e la sua perfomance con le percussione elettroniche, porta un clima colorato che ricorda il carnevale.

Brunori Sas – ‘L’Albero delle noci’ – Voto 8

Una lettera d’amore toccante e sincera, dedicata alla figlia Fiammetta. L’arrangiamento, che fonde un’intro al piano con elementi elettronici e una melodia classica, crea un’atmosfera avvolgente. La voce e l’interpretazione di Brunori, sono poi la ciliegina sulla torta. Una ballad a regola d’arte in perfetto stile Brunori Sas: poetica e spessore.

Modà – ‘Non ti dimentico’ – Voto 6

I Modà presentano un brano in perfetto stile Modà: un pezzo pop che parla d’amore, di sofferenza e della volontà di rialzarsi dopo una delusione. La voce di Kekko, inconfondibile, riporta in auge un romanticismo classico, capace di scaldare i cuori dei fan e degli amanti del genere. Un brano che non sorprende per originalità, ma che si attesta su un livello di buon ascolto, senza particolari guizzi.

Clara – ‘Febbre’ – Voto 5

Un brano dalle sonorità pop, urban e dance, affronta i temi dell’amore, della nostalgia e dell’illusione. Pur dotata di una bella voce e presentando un arrangiamento curato, e qualche accenno di coreografia, la canzone non lascia un segno particolare. Non aggiunge nulla di nuovo e nel complesso risulta un’offerta poco convincente.

Lucio Corsi – ‘Volevo essere un duro’ – Voto 9

Lucio Corsi, pur non raggiungendo la regalità ambita di “Re di Porta Portese”, si conferma semplicemente Lucio, in perfetta simbiosi con la sua chitarra. E questo ci basta. Vera e propria anomalia marziana a Sanremo, con il suo “sound spaziale” – per citare il suo brano ‘Astronave Giradisco’ – e poetico, Corsi è un piccolo fiore nel deserto nel nuovo panorama musicale. L’esibizione, che lo vede prima al piano e poi con la sua inseparabile chitarra, è un colpo di teatro. Un talento tutto da scoprire.

Fedez – ‘Battito’ – Voto 8

Fedez affronta il tema delicato della depressione. Il pezzo, un mix di pop ed elettro-rap in linea con la produzione precedente dell’artista, alterna momenti di apparente liberazione a versi più introspettivi e sofferti. Nonostante il periodo difficile, il rapper offre al pubblico dell’Ariston un’esibizione particolarmente sentita e intensa.

Bresh – ‘La tana del granchio’ – Voto 5

Si cimenta nel cantautorato classico, affrontando il tema delle aspettative genitoriali. Ritornello orecchiabile forse impastato da troppo autotune. L’esibizione rappresenta un’occasione persa per la nuova scuola genovese.

Sarah Toscano – ‘Amarcord’ – Voto 5

E’ la più piccina di questo festival e solo per questo andrebbe premiata. Sarah ha una voce chiara e limpida ma non riesce a riscattare un brano che risulta poco credibile. L’immaturità artistica emerge sul palco dell’Ariston, nonostante l’attenzione alla performance curata anche nella gestualità.

Joan Thiele – ‘Eco’ – Voto 6

Classe e gusto musicale in un brano che esplora l’amore fraterno, la paura senza tempo e l’essere “figli dell’indifferenza”. Joan Thiele sperimenta con eleganza a livello vocale, giocando con sonorità urban, echi sixties e suggestioni che ricordano la grande Mina.

Rocco Hunt – ‘Mille vote ancora’ – Voto 7 e 1/2

Il brano funziona bene grazie a un mix azzeccato di elementi: urban e melodico, italiano e napoletano, denuncia sociale e nostalgia per il quartiere. Il rapper riesce a trattare temi importanti con una leggerezza musicale che cattura anche il pubblico più giovane. L’orecchiabilità del pezzo non va a discapito del messaggio, creando un equilibrio apprezzabile.

Francesca Michielin – ‘Fango in paradiso’ – Voto 6

Il brano, una ballad contemporanea con arrangiamenti orchestrali e archi, immerge l’ascoltatore in riflessioni profonde, a tratti amare, sulla fine di una relazione. La narrazione, chiara e coinvolgente, non aspira a diventare una hit. Il pezzo comunque dà pieno lustro alla voce di Michielin e, pur non brillando per originalità, si lascia apprezzare per la sincerità e la capacità di raccontare un’esperienza personale universale.

The Kolors – ‘Tu con chi fai l’amore’ – Voto 7 e 1/2

Si confermano maestri dei tormentoni anche sul palco dell’Ariston. Il brano è orecchiabile e coinvolgente, caratterizzato da una cassa dritta e sonorità anni ’80 che si imprimono nella memoria fin dal primo ascolto. La band dimostra ancora una volta la capacità di rimanere fedele al proprio stile, producendo un pezzo efficace e ben costruito.

(Pagelle a cura della redazione di CilentoTV e CIlentoTIME)

 

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