Quale Futuro per il Cilento e per Camerota
editoriale di Orazio Ruocco
La chiusura della Cilentana, fino ad una data, al momento molto incerta, da destinarsi, pone un ulteriore problema di sviluppo al nostro territorio, già vittma di un serio spopolamento, che sembra condannarlo ad un “futuro” senza futuro.
Ma osserviamo nel dettaglio alcuni succinti dati strutturali della popolazione, cilentana e camerotana. Il Cilento, in questi ultimi 50/60, anni ha perduto ben 57.000 unità del proprio tessuto demografico, a causa dei quel fenomeno emorragico che va sotto il nome di emigrazione. Ben 75 Comuni su 80 sono in fase di spopolamento, e, di questi, 51 contano ormai meno di 2.000 abitanti, (Fonte La Repubblica del 16/7/2018), e solo 7 su 80 dell’area Parco sono con più di 5.000 abitanti. Il resto sono tutti piccoli Comuni nei quali si fa fatica a tenere aperti Uffici Postali, Scuole, Caserme, Presidi Sanitari, Farmacie, e tutte quelle attività in genere che formano il tessuto sociale, e che, tutte insieme, formano una comunità. (Fonte Codacons Cilento –La Città di Salerno del 03/11/2021)
Chiaramente, le responsabilità non sono tutte addebitabili a coloro che hanno in mano i destini del nostro territorio che, un po’ come tutte le aree non industrializzate o sviluppate, soffre marcatamente anche il fenomeno del nuovo urbanesimo. Oggi, nelle città, vivono oltre il 50% della popolazione mondiale. Si prevede che entro il 2050 questa percentuale salirà al 70%. (Fonte Ministero dell’Ambiente – 01/06/2023), e qualcuno parla addirittura del 74%. E questo perché le città, oggi, generano l’80% della ricchezza mondiale, rendendo, di fatto, l’urbanizzazione uno dei megatrend del 21 secolo.
E veniamo a Camerota. In questi ultimi 21 anni, la popolazione è rimasta pressoché invariata: anno 2001 = 6.837 abitanti – anno 2022 = 6.871 abitanti. Se questa non è diminuita, però, è grazie alla presenza dei nuovi immigrati nel nostro Comune. Ben 267 unità nel 2022, (di cui 109 uomini e 158 donne) che rappresentano il 3,9% dell’intera popolazione residente. Triste anche il Saldo Naturale (– 34) per effetto del numero dei morti, 91, contro i 57 nati nel 2021.
Interessante i dati relativi alla distribuzione per fasce di età che ci dicono, impietosamente, come la nostra popolazione stia invecchiando sempre più. Nel 2021 coloro che avevano un’età inferiore ai 14 anni erano 2.074 contro i 787 del 2022. Nello stesso periodo gli ultra sessantacinquenni son passati da 1.326 a 1.751, e rappresentano, oggi, oltre un quarto della popolazione totale. Il dato sintetico dell’età media è, comunque, di per sè sufficiente a rappresentare il fenomeno. Nel 2002 questa era pari a 41,3 anni. Nel 2022 è salita a 47,2. Ancor più triste il numero degli emigrati, 96 solo nel 2021, evidentemente le energie migliori.
E non lascia nemmeno uno spiraglio di speranza la condizione economica dei cittadini di Camerota. Nel 2021, su 96 Comuni del Cilento e Vallo di Diano, con un reddito pro capite medio di euro 10.985, Camerota è al quart’ultimo posto (Fonte MEF). Dietro ci sono soltanto Rofrano, che risulta ultimo con 10.040 euro, Orria con 10.808, e Casaletto Spartano con 10.405 euro.
In una situazione così complessa e complicata, è davvero difficile individuare una strategia di sviluppo. Fare impresa è davvero frustrante in un mercato quasi privo di domanda. Ma se non si agevolano nuove iniziative imprenditoriali, e non si incoraggiano quelle esistenti, il nostro territorio è destinato a perire. E la, ormai serpeggiante, rassegnazione che accompagna questo processo di decadenza, ne accelererà il compimento.
Questo è il quadro così come ce lo descrivono le fredde cifre. Cosa fare, è difficile dirlo, anche perché è l’intero Cilento coinvolto nelle sabbie mobili di questo rovinoso empasse strutturale. (Editoriale di Orazio Ruocco)
