10.7 C
Camerota
mercoledì, Febbraio 5, 2025
spot_img

Processo Franco Alfieri (PD), rinviato a marzo

Turismo

Processo Alfieri, rinviato a marzo

Un’udienza anomala». Così l’ha definita l’avvocato Antonello Natale, difensore di Alfonso D’Auria e Vittorio De Rosa, rispettivamente legale rappresentante e procuratore speciale della Dervit S.p.A., al termine dell’udienza svoltasi ieri. L’esponente del PD – agli arresti domiciliari e attualmente sospeso dal partito – era presente in aula, così come gli altri cinque imputati. L’udienza, tenutasi davanti ai giudici del secondo collegio della seconda sezione penale (presidente Donatella Mancini), è durata un’ora e mezza ed è stata caratterizzata da uno scontro sulla presunta incompetenza territoriale della Procura di Salerno. A sollevare la questione è stata la difesa, che ha chiesto un rinvio in attesa della decisione della Cassazione, fissata per il 14 febbraio, proprio sulla competenza territoriale. «È un aspetto che avevamo già preannunciato, sottoposto sia al riesame che alla Corte di Cassazione. Attendiamo la risposta prima che il tribunale si esprima nella prossima udienza», ha dichiarato Domenicantonio D’Alessandro, avvocato di Franco Alfieri. Anche l’avvocato Natale ha sostenuto la stessa linea: «La questione principale è l’incompetenza territoriale, che abbiamo sollevato sin dall’inizio ed è, a mio avviso, fondata. Il procuratore generale presso la Corte di Cassazione ha già espresso la propria requisitoria e, se accolta, il processo sarà trasferito altrove. Il rinvio ci garantisce maggiore serenità nell’organizzazione delle udienze, perché qualora la competenza venisse riconosciuta a un altro tribunale, qualsiasi attività svolta finora non sarebbe più utilizzabile». Il Sostituto Procuratore Alessandro Di Vico ha invece sottolineato che «la sentenza della Cassazione confermerebbe la tesi dell’accusa. Esistono poche certezze, ma una è consolidata: l’articolo 24 bis si applica solo se il tribunale dubita della propria competenza, e la richiesta di rinvio è infondata». Al momento, è stata esclusa l’ipotesi di uno smembramento del processo, che si terrà interamente a Salerno o a Vallo della Lucania. Natale ha inoltre anticipato che il dossier, inizialmente di 22mila pagine, con la chiusura delle indagini è arrivato a 38mila: «Un processo complesso, che sarà affrontato nelle sedi opportune». Ha poi precisato che, mentre oggi il giudizio è immediato, se il processo dovesse essere spostato a Vallo della Lucania si procederebbe con rito ordinario, con l’assunzione delle prove in dibattimento. L’avvocato ha anche rivelato che il procuratore generale della Cassazione, nella requisitoria sull’udienza camerale relativa al ricorso di De Rosa e D’Auria, ha ipotizzato la competenza del tribunale di Vallo della Lucania per i fatti contestati ai suoi assistiti. Nel frattempo, ieri mattina il Comune di Capaccio Paestum ha formalizzato la richiesta di costituirsi parte civile per danno d’immagine. Tuttavia, l’avvocato Enrico Tedesco, difensore dell’ingegnere e dirigente comunale Carmine Greco, ne ha chiesto l’esclusione, evidenziando che vi è solo una delibera di giunta municipale, che da sola non sarebbe sufficiente. Secondo Tedesco, la richiesta sarebbe stata valida solo se accompagnata da un regolamento interno o da un’autorizzazione specifica, consentendo così all’avvocato Carpinelli di costituirsi contro il sindaco. Inoltre, con la riforma della giustizia, la turbata libertà degli incanti prevede che la questione della risarcibilità del danno d’immagine sia di competenza esclusiva della Corte dei Conti, dopo una sentenza di primo grado o una condanna. «Non mi esprimo sulla politica perché non è il mio campo», ha dichiarato l’avvocato D’Alessandro. «Si tratta di un atto di costituzione del Comune come parte offesa. Il decreto di giudizio immediato lo individua come tale, quindi abbiamo preso atto della richiesta, sebbene fosse già stata preannunciata da una delibera della giunta. Dal punto di vista politico, non saprei dare una spiegazione». Il legale Domenicantonio D’Alessandro ha poi sottolineato che il sindaco di Capaccio Paestum «è una persona sicuramente da quattro mesi ai domiciliari, quindi non è facile per nessuno, è una persona forte ma ovviamente è una misura che pesa. La limitazione della libertà è una cosa importante e non è una cosa da poco. È chiaro che è una decisione che sta pesando parecchio». Inoltre, sul tema della competenza territoriale, la difesa ha evidenziato che bonifici e contratti sono stati eseguiti online e che, nel caso dei pagamenti, la filiale di riferimento è la BCC di Torchiara, rendendo competente il tribunale di Vallo della Lucania. L’accusa, invece, sostiene che la competenza debba essere determinata dal luogo in cui è iniziata la corruzione. La prossima udienza è fissata per il 20 marzo. (di Erika Noschese – LE CRONACHE)

Altri articoli

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

- Pubblicità -spot_img

Cronaca