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Operazione Guardia di Finanza. Falsi certificati OSS, 17 indagati: verifiche e sequestri anche nel Salernitano

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Operazione Guardia di Finanza. Falsi certificati OSS, 17 indagati: verifiche e sequestri anche nel Salernitano

SALERNO. Certificati fasulli ma a pagamento per diventare Operatore Socio Sanitario con la speranza di trovare lavoro nella pubblica amministrazione o in cliniche private. Nei guai una nota Fondazione che, a livello nazionale, rilasciava attestazioni O.S.S. prive, in realtà, delle necessarie autorizzazioni degli enti preposti. L’ente formatore, con base operativa prima a Lecce e poi a Roma, si avvaleva in tutta Italia di altre 250 società del settore, fittizie o compiacenti, alcune delle quali con filiali anche nel Salernitano, ovvero ad Agropoli, Capaccio Paestum, Sassano, Roscigno, Pontecagnano e Sant’Egidio del Monte Albino.

In tutto 17 gli indagati, 5 dei quali finiti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’indagine denominata ‘Attestati Sterili’ eseguita da Guardia di Finanza e Carabinieri del NAS di Lecce e Brindisi su delega della Procura salentina. L’accusa è truffa aggravata, contraffazione di atti aventi valenza pubblica, falsità materiale e autoriciclaggio.

L’inchiesta, partita dalle denunce di alcune persone che si erano rivolte alla Fondazione per conseguire i diplomi, ipotizza l’esistenza di una vera e propria associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di corsi ‘fittizi’, eseguiti anche online, per ottenere il rilascio di attestati materialmente falsi, recanti loghi, immagini e timbri contraffatti dell’Unione Europea, delle Regioni Puglia, Abruzzo e Campania, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, del Ministero dello Sviluppo Economico. Tra queste spiccano molti giovani che si erano affidati ai percorsi formativi della Fondazione, pagando fino a 3.000 euro a corso, con la speranza di un impiego che, per chi è riuscito a trovarlo, potrebbe essere ora precluso in quanto il titolo posto alla base dell’assunzione sarebbe, appunto, farlocco. I proventi delle attività delittuose sarebbero stati poi riciclati attraverso la creazione di numerose società, usate per effettuare operazioni di compravendita di azioni societarie ed immobili per circa 1.400.000 euro: per tale ragione, il gip ha disposto anche il sequestro preventivo di beni per 1 milione nei confronti dell’ente e degli amministratori dello stesso. Fondamentale la collaborazione del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma, che sta curando l’oscuramento e l’inibizione dei siti internet e dei social media. (StileTV)

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