Lavoro nero nel Salernitano: su 54 aziende controllate 47 sono irregolari
Contrasto a lavoro nero e fenomeni di illeicità. Arriva il bilancio dell’attività ispettiva messa in campo dall’Ispettorato del Lavoro di Salerno nel periodo estivo, da luglio a settembre, nell’ambito della campagna nazionale indetta dalla direzione centrale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro denominata “Vigilanza Speciale sommerso e sicurezza Estate 2022”.
Ogni Ispettorato Territoriale ha potuto programmare e intensificare controlli ispettivi sul territorio, con mirato riferimento ad attività di maggiore impatto stagionale quali settore turistico-balneare, villaggi turistici e servizi connessi, ristorazione-agriturismi, locali di intrattenimento.
Rilevanti i risultati e le criticità emerse nelle attività produttive ispezionate su Salerno e provincia, illustrate nel dettaglio durante la conferenza che ha visto la partecipazione del Direttore dell’Ispettorato Interregionale del Lavoro di Napoli, Dr. Giuseppe Cantisano e del Direttore dell’ispettorato del Lavoro di Salerno, Dr. Marco Esposito.
Nel corso dell’incontro sono stati forniti i dati relativi all’attività condotta dalla Coordinatrice-Responsabile del Processo Vigilanza, Dr.ssa Raffaela Rocco che ha passato sotto la lente d’ingrandimento quelle attività-aziende caratterizzate da un notevole afflusso di clientela e da maggiore ricettività nel periodo estivo.
Dal 21 luglio al 17 settembre sono state 17 le verifiche messe in campo, che hanno visto il coinvolgimento di un congruo numero di ispettori in organizzazione Task Force, in 21 comuni della provincia.
“Rispetto all’anno 2021, sono stati preferiti obiettivi e territori diversificati, non oggetto di precedenti verifiche, onde avere un quadro più generalizzato sia di altre realtà aziendali che delle relative criticità dei singoli contesti aziendali e/o territoriali. Il che ha fatto emergere casi di aziende che da anni, pur risultando in attività, non occupavano un numero congruo di dipendenti, in base all’afflusso di clientela e alla ricettività effettiva. Tale attività è stata condotta anche nella consapevolezza di voler dare un modesto contributo a quei fenomeni di “Dumping sociale” concorrenza sleale di settore, che vanno a discapito di altri imprenditori che, invece, lavorano rispettando criteri di legalità e la normativa vigente, in merito alla corretta gestione dei rapporti di lavoro”, si legge nel rapporto. Sono state ispezionate complessivamente 54 aziende, di cui 47 accertate irregolari e 7 in corso di valutazione istruttoria. Nel corso delle verifiche sono stati escussi 590 lavoratori in merito al loro rapporto di lavoro, di cui 545 italiani (pari ad una percentuale di 92,4%), 13 lavoratori comunitari (12 rumeni e n. 1 svizzero), 32 lavoratori extraEU (pari ad una percentuale di 7,6%), 10 cittadini marocchini, 4 cittadini bengalesi, cittadini ucraini, 3 cittadini senegalesi, 2 cittadini georgiani, 2 cittadini albanesi, 1 cittadino venezuelano, 1 cittadino moldavo, 1 cittadino cubano, 1 cittadino gambiano,1 cittadino tunisino, 1 cittadino colombiano, 2 cittadini argentini.
242 sono stati i lavoratori risultati irregolari, di questi 218 italiani.
Complessivamente sono stati individuati 168 lavoratori a nero, di cui 152 italiani (90,48 % – tra questi 2 minori), 6 percettori di Reddito di Cittadinanza, 4 cittadini rumeni, 9 cittadini extraEU con permesso di soggiorno, 3 cittadini marocchini, 2 cittadini ucraini, 2 cittadini georgiani, 1 cittadino bangladese, 1 cittadino colombiano, 3 cittadini extraEU senza permesso di soggiorno.
Per 31 aziende è scattato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale.
Accertate una serie di altre violazioni in materia di lavoro che riguardano: l’Infedele registrazione del Libro Unico del Lavoro, Recupero Contributivo, il mancato Riposo Settimanale, l’Omessa consegna Prospetto Paga, l’Omessa consegna contratto di lavoro, la Somministrazione e Utilizzazione Illecita di manodopera, la Mancata comunicazione Inail per collaboratori Familiari, Orario di lavoro, Contratto di Rete Non genuino, Recupero giornate lavorative, Prestazione Autonoma occasionale non comunicata, Riqualificazione rapporto di lavoro, la omessa corresponsione della retribuzione con strumenti tracciabili.
“Per quanto riguarda le quantificazioni delle sanzioni già emerse in sede di primo accesso ispettivo , possono essere cosi’ sintetizzate: In totale, le sanzioni per lavoro nero in misura minima ammontano a 330.120mila euro, quelle di sospensione attività ammontano a 102.500mila euro.
Sono ancora in corso di valutazione anche la genuinità di un contratto di rete per due aziende retiste, per circa 40 posizioni lavorative e che potrebbero comportare l’applicazione di sanzioni fino ad un massimo di 33.333,34 euro e la somministrazione e utilizzazione Illecita, per sanzioni presumibilmente ammontanti ad un massimo di Euro 100.000,00 per due aziende interessate
Per un totale sanzionatorio presumibile di euro 565.953,34 circa”, si legge nel bilancio delle attività.
Le suddette violazioni/sanzioni sono direttamente e indirettamente connesse ad aspetti di recuperi retributivi, contributivi e assicurativi, con inevitabili ricadute di carattere fiscale e/o penale. Per questo, verranno interessati gli Enti di competenza INPS,INAIL, Finanza e Procura, per quanto di specifica competenza.
“Sono infatti, state riscontrate ulteriori violazioni che riguardano “la sorveglianza sanitaria , la salute e sicurezza dei lavoratori, idoneità dei luoghi di lavoro” per le quali si è proceduto a notiziare gli Uffici della Procura della Repubblica competenti per territorio , ai sensi della normativa vigente in materia: mancata sorveglianza sanitaria, condizioni igienico sanitarie della cucina non adeguate, mancata manutenzione impianti di aspirazione, impianti aspirazione fumi non adeguati, mancanza di areazione nei bagni, mancanza di segnaletica di emergenza.
Per un totale complessivo sanzionatorio (ordinario e tecnico) presumibile di 785.760,13 euro”. (Ottopagine)