La ricetta elettronica diventa definitiva: come funzionano le prescrizioni del medico via email e cellulare
Le proroghe sono finite, ora la ricetta elettronica diventa definitiva. Lo prevede una delle misure contenute nel Dl Semplificazioni approvato dal consiglio dei ministri, che rende strutturale la ricetta dematerializzata, sia rossa che bianca. «Abbiamo ritenuto che fosse giusto porre fine alla sperimentazione e alle proroghe per semplificare il lavoro dei medici di famiglia e la vita dei cittadini che non dovranno recarsi negli studi medici ma potranno ricevere la ricetta tramite mail o altri canali sul proprio cellulare», ha commentato il ministro della Salute Orazio Schillaci. Per i pazienti cronici, la ricetta elettronica sarà valida per un anno e permetterà di fare scorta di farmaci per 30 giorni di terapia, sempre in base alle indicazioni del medico. «Un malato cronico ha bisogno periodicamente di assumere lo stesso farmaco. Grazie a questa norma – precisa Schillaci – i pazienti o chi si prende cura di loro hanno il doppio vantaggio di non dover andare ripetutamente dal medico per ritirare la ricetta e ripetutamente in farmacia per ritirare i farmaci Non dimentichiamo che molti pazienti cronici sono persone anziane, spesso affette da più di una patologia cronica, non autosufficienti o che hanno difficoltà a spostarsi».
La ricetta elettronica è stata introdotta nel 2020 per limitare gli spostamenti durante l’emergenza legata alla pandemia. Da allora, la misura è andata avanti di proroga in proroga, fino a diventare la normalità in diverse zone d’Italia. Ora il governo ha deciso di mettere fine alla fase sperimentale e di rendere la ricetta elettronica definitiva e strutturale. «È evidente la portata semplificativa di questa misura non solo per le persone ma anche per i medici di famiglia per i quali si alleggerisce il carico di lavoro amministrativo a vantaggio della cura dei pazienti», ha aggiunto il ministro. E a proposito di sanità, il disegno di legge approvato oggi dal cdm contiene anche una norma per far fronte alla carenza di alcuni medicinali. D’ora in poi, le aziende dovranno comunicare all’Aifa l’interruzione della commercializzazione di un farmaco entro due mesi e non più quattro. Una piccola modifica per rendere più tempestiva la comunicazione in caso di carenza e accelerare l’approvvigionamento dei farmaci.