Dimissioni di Alfieri, alla Provincia nuova guida in tre mesi
Novanta giorni di tempo per il voto del presidente. Un commissario nella città dei Templi, poi le urne: giallo sull’iter delle dimissioni, interrogato Piantedosi.
Le ore successive all’ufficialità delle dimissioni di Franco Alfieri sono servite per tracciare la strada del futuro dei due Enti da lui guidati fino alla sospensione del prefetto Francesco Esposito. La Provincia di Salerno e il Comune di Capaccio, dunque, nei prossimi giorni vedranno una serie di movimenti che, di qui a qualche tempo, li porteranno a una nuova e completa autonomia amministrativa. Già nella mattinata di ieri, dopo la ricezione della Pec con la decisione dell’esponente di spicco del Pd salernitano, negli uffici di Palazzo Sant’Agostino è stato definito l’iter che porterà alla nomina di un nuovo presidente: l’attuale facente funzioni, il consigliere comunale di Novi Velia, Giovanni Guzzo, reggerà le sorti dell’Ente provinciale al massimo per 90 giorni. Dopo le dimissioni, infatti, entro tre mesi bisognerà convocare e completare una nuova tornata elettorale per la sola scelta del presidente mentre il Consiglio resterà invariato. Adesso, dunque, i vari schieramenti dovranno mettersi in moto per capire su chi puntare: nel centrosinistra le ipotesi – al momento – sono ridotte a due nomi, quelli dell’attuale facente funzioni ma pure Francesco Morra, sindaco di Pellezzano che, dopo il terremoto giudiziario dello scorso ottobre, è diventato una sorta di “uomo immagine” della Provincia. Tutti da definire, invece, gli scenari nel centrodestra che nelle prossime ore avvierà gli incontri per sciogliere ogni rebus.
Gli scenari
Più fluida, invece, la situazione a Capaccio Paestum. Dopo l’ufficialità della decisione, infatti, ogni cosa verrà “cristallizzata” per venti giorni, il tempo previsto dalle norme che consentirebbe ad Alfieri di ritirare le dimissioni. La Prefettura di Salerno procederà con la nomina di un commissario che gestirà il Comune fino alla prossima tornata elettorale utile. Ma anche la modalità delle dimissioni è finita nel mirino del senatore salernitano Antonio Iannone che presenterà un’interrogazione al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per capire la validità. Un passaggio fondamentale: i Comuni commissariati dopo la fine di febbraio, infatti, non potranno votare già la prossima primavera. (LA CITTA)