Capaccio Paestum, appalti pilotati: citazione diretta a giudizio per Alfieri e gli altri indagati
CAPACCIO PAESTUM. Presunti appalti pilotati a Capaccio Paestum. Citazione diretta a giudizio per tutti gli indagati nell’ambito del primo filone dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza del Gruppo di Eboli e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno, su delega della Procura della Repubblica di Salerno. L’udienza si terrà il 4 febbraio 2025, presso la cittadella giudiziaria, davanti alla seconda sezione del secondo collegio del Tribunale di Salerno.
Il gip Valeria Campanile del Tribunale salernitano, su richiesta del pm Alessandro Di Vico della locale Procura, ha emesso e notificato il decreto a tutti gli indagati, ovvero: il sindaco della città dei Templi e presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri, sospeso dagli incarichi dal 3 ottobre scorso; Andrea Campanile, componente dello staff del sindaco; Elvira Alfieri, sorella del primo cittadino e legale rappresentante della Alfieri Impianti Srl; Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, rispettivamente titolare e procuratore speciale della Dervit, e l’ing. Carmine Greco, rup e funzionario comunale. I reati contestati sono turbata libertà degli incanti e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, in concorso. Alfieri dovrà rispondere anche del reato di falsità ideologica in atto pubblico aggravata, relativamente alla falsa attestazione, inviata a sua firma alla Regione Campania, che l’impianto di pubblica illuminazione fosse gestito dal Comune di Capaccio Paestum, quando invece il servizio era in capo alla Dervit in virtù di una concessione ventennale, circostanza ammessa dallo stesso Alfieri in sede di Riesame.
Tutti gli indagati, dopo il rigetto del Riesame, hanno presentato ricorso in Cassazione per richiedere la revoca o attenuazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, cui sono, ad oggi, ancora tutti sottoposti: l’esito è atteso per la fine di gennaio 2025.
La Citazione Diretta a Giudizio è una modalità di esercizio dell’azione penale da parte del Pubblico Ministero, il quale, davanti a prove ritenute evidenti emerse nel corso delle indagini preliminari, invita l’imputato (o gli imputati) a comparire davanti al giudice, per essere giudicato, senza il filtro dell’udienza preliminare ovvero senza richiesta di rinvio a giudizio al gip. Questo strumento riduce i tempi del processo e garantisce trasparenza, in quanto l’imputato può organizzare da subito la sua difesa valutando gli atti d’indagine e, conseguentemente, considerare la scelta di eventuali riti alternativi (patteggiamento, messa alla prova, giudizio abbreviato). (StileTV)