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mercoledì, Ottobre 30, 2024
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Anziani legati e maltrattati, il paziente di 300 chili lasciato in mezzo all’urina

Turismo

Anziani legati e maltrattati, il paziente di 300 chili lasciato in mezzo all’urina

C è il paziente costretto a passare diverse notti legato ad una sedia a rotelle, nonostante fosse nelle condizioni di deambulare autonomamente a “piccoli passi” e mantenere “il trono e la stazione eretta”. Poi c’è l’anziana alla quale venivano somministrati farmaci e terapie mediche da personale che – per la procura – era privo di competenze professionali specifiche. Sono i dettagli che emergono dall’indagine su di una struttura residenziale di Salerno, che ha portato a dieci misure cautelari, per ipotesi di reato che vanno dal sequestro di persona ai maltrattamenti, in alcuni casi aggravati dall’aver commesso i fatti nei confronti di persone affette da disabilità.

L’origine dell’inchiesta

L’inchiesta – che vede 22 persone indagate – nasce dalla denuncia di due operatrici, che segnalarono potenziali casi di maltrattamenti e omessa custodia a danno di pazienti della terza età. In particolare, le due raccontarono di aver svolto un solo turno di servizio, durante il quale erano state lasciate sole ma di aver notato che alcuni ospiti erano legati alle sedie a rotelle. In un’occasione, infatti, scoprirono un ospite in camera da letto, che indossava solo il pannolone. L’uomo era legato al letto con stracci e vecchi maglioni. Le due avevano ricevuto indicazioni di mettere a letto gli anziani con gli stessi indumenti che indossavano. E di cambiare solo il pannolone.

Il paziente di 300 chili lasciato solo

Al vaglio degli inquirenti c’è, inoltre, il caso di un paziente di circa 300 chili, che sarebbe stato lasciato da solo in una stanza da letto, ai piani superiori, il cui materasso era zuppo di urina. Sono sempre le due operatrici a raccontarlo nella loro denuncia. A ciò, si aggiunse la mancata funzione dei riscaldamenti e l’assenza di acqua calda nei bagni. Per l’accusa, la struttura era dotata di personale carente e non qualificato. All’interno venivano ospitati anziani affetti da qualsiasi patologia – alcuni anche in fin di vita – tenuti in condizioni degradanti. La gestione era volta, insomma, “alla massimizzazione dei profitti”. Da qui il ricovero di qualsiasi tipologia di paziente. Il lavoro investigativo è stato condotto dai carabinieri del Nas di Salerno, con il supporto del Comando provinciale e del gruppo per la Tutela della Salute di Napoli. Le misure applicate sono gli arresti domiciliari, un divieto di esercitare imprese, un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e 7 divieti di esercitare la professione di operatore socio sanitario per un anno. Gli episodi ricostruiti vanno da marzo 2023 fino a tempi più recenti. /Salernotoday)

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