Abusi edilizi nel Parco del Cilento: sequestrate tre case ed una in costruzione
Sequestri e denunce sono scattati per abusi edilizi in due comuni del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. A Castellabate, in un’area di particolare valenza ambientale che ricade nel perimetro del Parco e in zona agricola, i carabinieri del Nucleo Parco di Castellabate, con la collaborazione dell’ufficio antiabusivismo, hanno eseguito il sequestro preventivo d’iniziativa di un manufatto da adibire a civile abitazione, ottenuto dalla chiusura di una tettoia in legno, anch’essa priva di titoli edilizi legittimi, realizzato in blocchi di calcestruzzo, con suddivisioni interne e sistema di copertura a pannelli coibentati, poggiato su una platea di cemento. Denunciata alla Procura di Vallo della Lucania una persona, individuata come committente ed esecutore delle opere abusive.
A Montecorice, i militari del Nucleo Parco di Castellabate e del Reparto Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni hanno eseguito, su disposizione della Procura, un decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip del Tribunale di Vallo della Lucania, di tre immobili costituiti da due fabbricati a uso residenziale e un terreno in cui era stata realizzata una platea in calcestruzzo armato con sopra una casa smontabile in pvc e annesso porticato in ferro, nel Parco nazionale e in zona agricola di Montecorice. Secondo la ricostruzione investigativa, queste opere, realizzate anche recentemente da quattro persone riconducibili allo stesso nucleo familiare, erano state realizzate in violazione alla normativa edilizia, paesaggistica e ambientale e alla normativa antisismica. In pratica, è stata fermata una lottizzazione abusiva di terreni con destinazione agricola. Ai proprietari degli immobili sono state contestate ipotesi di reato riconducibili ad abusi edilizi e paesaggistici in area di particolare pregio ambientale. Nel corso delle indagini, inoltre, è stata riscontrata, nella richiesta di sanatoria di uno degli immobili abusivi, la falsità ideologica commessa dal tecnico di parte che avrebbe asseverato, nella relazione e negli elaborati tecnici, lo stato di fatto non rispondente alla realtà.