Amazon sorpassa Apple, è il marchio con maggior valore nel mondo
Amazon sorpassa Apple come brand con maggior valore a livello mondiale e riconquista il primo posto. Nonostante il valore del brand del gruppo fondato da Jeff Bezos abbia perso il 15% passando da 350,3 miliardi di dollari a 299,3 miliardi di dollari questo è bastato per superare il gruppo con sede a Cupertino. Il valore del marchio Apple perde il 16% passa da 355,1 mld a 297,5 miliardi di dollari. E’ quanto emerge dal rapporto della società di consulenza britannica Brand Finance. Il marchio di Amazon è diminuito di oltre 50 miliardi di dollari quest’anno, spiega la società, “perché i consumatori la valutano più negativamente nel mondo post-pandemia”. La ricerca di Brand Finance, in particolare, “ha rilevato che la percezione del servizio clienti su Amazon è diminuita (contemporaneamente all’allungamento dei tempi di consegna) e di conseguenza i consumatori sono diventati meno propensi a raccomandare Amazon ad altri”. Con la fine della pandemia, rileva ancora, “i consumatori stanno tornando a fare acquisti di persona riducendo leggermente la necessità di e-commerce”. Tra i marchi tecnologici che hanno perso valore figurano Samsung Group (valore del marchio in calo del 7% a 99,7 mld di dollari), Alibaba.com (-56% a 10 mld dollari), Facebook (-42% a 59 mld di dollari) e WeChat (19% a 50,2 miliardi di dollari). Invece crescono i marchi Instagram (+42% a 47,4 mld di dollari) e LinkedIn (+49% a 15,5 mld di dollari). Tra i marchi in crescita c’è anche Tesla (+44% a 66,2 miliardi di dollari) e Byd (+57% a 10,1 mld di dollari). “I marchi tecnologici di tutto il mondo – commenta David Haigh, Presidente e Ceo di Brand Finance – hanno perso un valore significativo in risposta ai mutevoli andamenti della domanda. L’inflazione ha colpito i marchi in molti settori, ma poiché le abitudini dei consumatori sono parzialmente tornate ai modelli pre-pandemia, la domanda di servizi dei marchi tecnologici è stata colpita in modo particolarmente duro. Inoltre, le catene di approvvigionamento interrotte, la carenza di manodopera e i maggiori ostacoli al finanziamento hanno lasciato il segno”.