Concessioni demaniali, la stangata: aumenti del 25%, insorgono i sindacati
Un aumento dei canoni delle concessioni demaniali di 25 punti percentuali. Quest’anno la spesa demaniale minimo ammonterà a 3mila e 300 euro. Un rincaro di oltre mille euro in due anni. Insorgono le sigle sindacali. La direttiva Bolkestein e le prospettive.
Quest’anno i canoni delle concessioni demaniali marittime saranno più alti del 25 percento, come reso noto dal Ministero delle Infrastrutture. L’aumento viene calcolato facendo la media sul paniere Istat tra i prezzi all’ingrosso e i prezzi al dettaglio del 2022.
Sul piede di guerra le associazioni di categoria: “Meloni mantenga le promesse della campagna elettorale – sbotta Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba Confesercenti -. L’aumento sarebbe dovuto essere massimo dell’11%. Entro febbraio, poi, vanno approvati i decreti attuativi sulla concorrenza per le gare dal 2024, che per noi non sono possibili: il governo cosa farà? Meloni diceva che avrebbe lavorato per una diversa applicazione della Bolkestein“, ha aggiunto.
Fiba Confesercenti chiederà, dunque, la revoca del provvedimento e la sua sospensione, “In attesa di un opportuno e doveroso riordino dei criteri di determinazione dei canoni che li renda giusti ed economicamente sopportabili“, annunciano da Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti.
DIRETTIVA BOLKESTEIN – La Camera dei deputati ha approvato a luglio il disegno di legge sulla concorrenza, che all’articolo 3 introduce le gare per le concessioni balneari entro il 2024.
È una svolta epocale per la gestione delle spiagge italiane, dopo oltre vent’anni di rinnovi automatici. Si passerà alle gare pubbliche, come previsto dalla direttiva europea Bolkestein a cui l’Italia non si era ancora adeguata.
In aiuto agli attuali gestori c’è il riconoscimento di un punteggio bonus in fase di gara per chi dimostra esperienza professionale nel settore e per chi ha avuto l’attività balneare come reddito prevalente negli ultimi cinque anni. (AMALFI NOTIZIE)