Percepiva stipendio da 4 anni ma era in pensione, condanna per un ravellese
Continuava a percepire lo stipendio nonostante fosse in pensione dal 2015. La Cassazione ha rigettato il ricorso un ex ufficiale giudiziario della Corte di Appello di Salerno. L’uomo, originario di Ravello, ha incassato – tra il 2016 e il 2019 – una somma pari a 67mila euro.
Era andato in pensione il primo dicembre 2015. L’uomo, originario del comune di Ravello, ha incassato migliaia di euro in quattro anni. Nonostante non esercitasse più la sua funzione presso il Tribunale di Salerno.
Era stato condannato preliminarmente a quattro mesi di reclusione con l’accusa di truffa. La pena era stata poi ridotta dai giudici di secondo grado dopo il rito abbreviato. La sentenza, giunta in Cassazione lo scorso 30 maggio, è diventata definitiva a seguito della pronuncia della Suprema Corte, che ha respinto il ricorso.
In particolare, la sentenza impugnata, ha ritenuto sussistente l’elemento psicologico del reato ritenendo inverosimile che l’imputato non si fosse accorto dell’accredito dello stipendio nel periodo dal 2016 al 2019.
Il danno ai contribuenti è stato quantificato in 21mila euro per il 2016, 2mila euro per il 2017, 21mila euro per il 2018 e 3mila euro per il 2019, per un totale di 67mila.
E’ stata, in particolare, valorizzata la condotta tenuta dall’imputato. Il quale, pur conservando l’originario conto corrente dove – successivamente al pensionamento avvenuto il primo dicembre 2015 – continuava ad essergli accreditato lo stipendio, nel 2018 ha aperto un secondo conto corrente. Questo era destinato all’accreditamento della pensione, in cui ha trasferito quasi 120mila euro.
Peraltro, ad ulteriore conferma della consapevolezza da parte dell’imputato, la Cassazione sottolinea che l’uomo ha continuato a effettuare operazioni anche sul primo conto, attraverso prelievi bancomat frequenti.
Il discrimine per la colpevolezza è da ricercarsi nella condotta dell’uomo. Il quale, vedendosi accreditare lo stipendio contemporaneamente alla pensione, ha maliziosamente omesso di farlo presente all’amministrazione per un lungo periodo di tempo. In seguito, risulta aver restituito quanto indebitamente riscosso solo l’otto gennaio 2020. E, cioè, solo successivamente all’avvio della procedura di regolarizzazione. Al 67enne l’onere del pagamento delle spese processuali. (AMALFI NOTIZIE)