Michele Strianese augura buon 25 aprile di liberazione
Quest’anno festeggiamo il 25 aprile in presenza, come negli anni precedenti la pandemia, con i tradizionali momenti ufficiali, tra cui la simbolica deposizione della corona d’alloro al monumento dei caduti, in ricordo della liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Per il 77° anniversario della Liberazione finalmente ci liberiamo da molte restrizioni anti-Covid-19, ma ci ritroviamo afflitti da una nuova guerra, esplosa a due passi da casa nostra, che ci lascia sgomenti perché porta solo distruzione e morte, come tutte le guerre.
L’Italia ha saputo resistere all’occupazione dei nazisti tedeschi e al collaborazionismo fascista. Attraverso la resistenza il nostro Paese è riuscito a liberarsi. Penso all’Ucraina che sta lottando contro l’invasione russa, come noi allora.
“Dove fanno il deserto, lo chiamano pace” (Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant) scriveva lo storico latino Publio Cornelio Tacito in una sua opera. Oggi nel 2022, l’essere umano ancora utilizza le armi, pensando di risolvere le crisi, invece di ricorrere alla diplomazia. È inaccettabile.
Sicuramente “la guerra più dura è la guerra contro sé stessi. Bisogna arrivare a disarmarsi” scriveva invece Atenagora I Patriarca di Costantinopoli, per aprirsi all’altro e per liberare innanzitutto noi stessi dalle costrizioni mentali che sappiamo costruirci addosso.
Questo 25 aprile ci porti a riflettere proprio sulle tante forme di liberazione che dobbiamo perseguire. Dalle armi e dalle guerre che colpiscono l’intero mondo. Dal fascismo che ancora serpeggia. Ma anche da altri nemici che ci attaccano più o meno silenziosamente, come per esempio il cambiamento climatico e le disuguaglianze socio-economiche. Sono temi fondamentali che è necessario affrontare subito tutti insieme e che rappresentano, secondo me, una nuova modalità di resistenza.
Che sia quindi un 25 aprile di liberazione a partire proprio dai nostri territori. Dobbiamo stringerci intorno alle nostre comunità locali per ridare fiducia alla gente provata ancora dalla pandemia e che ha bisogno di prospettive future di pace, di sviluppo economico e sostenibile. Dobbiamo costruire opportunità per i nostri giovani, serenità per le famiglie, rispetto per le donne e servizi efficienti ed efficaci per tutti i cittadini.
In sintesi dobbiamo costruire un mondo diverso in cui fratellanza e solidarietà siano al centro della liberazione delle persone. La Provincia di Salerno si muove in questa direzione.
Tutti noi vogliamo pace e non guerra, vogliano lasciare ai nostri figli un mondo migliore e libero: dai conflitti, dalle disuguaglianze, dai pregiudizi e da ogni forma di inquinamento. Buon 25 aprile di liberazione a tutti, a nome mio e dell’Amministrazione provinciale di Salerno.
Michele Strianese
Presidente della Provincia di Salerno