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mercoledì, Febbraio 5, 2025
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Capaccio Paestum, processo appalti pilotati, prima udienza: Alfieri in aula insieme agli altri imputati

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Capaccio Paestum, processo appalti pilotati, prima udienza: Alfieri in aula insieme agli altri imputati

CAPACCIO PAESTUM. Avrà inizio stamane, presso la cittadella giudiziaria di Salerno, la prima udienza del processo per i presunti appalti pilotati a Capaccio Paestum, fissata alle ore 9:30 davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Salerno, in composizione collegiale e presieduta dal giudice Donatella Mancini. In aula saranno presenti tutti gli imputati: la prima ad arrivare è stata Elvira Alfieri, a seguire Andrea Campanile, De Rosa e D’Auria della Dervit e, in ultimo, il sindaco sospeso Franco Alfieri, tutti accompagnati dai propri avvocati.

Nel procedimento, il Comune di Capaccio Paestum si è costituirà parte civile. Si tratta del primo filone dell’inchiesta condotta dalla Procura salernitana, che ha chiesto ed ottenuto, dal gip, la citazione diretta a giudizio per Franco Alfieri, sindaco della città dei Templi e presidente della Provincia di Salerno, attualmente sospeso dagli incarichi e ristretto agli arresti domiciliari, così come gli altri 5 imputati, ovvero: la sorella Elvira Alfieri, titolare dell’azienda edile di famiglia; Andrea Campanile, ex autista factotum del suo staff; Vittorio De Rosa ed Alfonso D’Auria, titolare e procuratore speciale della Dervit, e Carmine Greco, rup e funzionario comunale.

LE ACCUSE – La Procura contesta i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione, in concorso. Nel mirino, in particolare, un subappalto di 250mila euro affidato dalla Dervit s.p.a. alla Alfieri Impianti s.r.l. nel comune di Battipaglia, presunto compenso alla base di un patto corruttivo per l’aggiudicazione, alla società di Roccadaspide, di altri due appalti della pubblica illuminazione nella città dei Templi, banditi ed organizzati “a tavolino” in modo tale da far vincere proprio la Dervit attraverso una procedura negoziata.

Alfieri risponde anche di falsità ideologica in atto pubblico aggravata, relativamente alla falsa missiva, inviata a sua firma alla Regione Campania, attestante che l’impianto di pubblica illuminazione cittadino fosse gestito direttamente dal Comune, quando invece il servizio era già in capo alla Dervit in virtù di una concessione ventennale.

MISURE CAUTELARI: ATTESA PER LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE – Resta pendente la decisione della Suprema Corte di Cassazione in merito al ricorso, presentato dai legali degli imputati, sulla rimozione o sostituzione delle misure cautelari, nonché sulla competenza territoriale del processo che, secondo l’accusa, dovrebbe tenersi a Vallo della Lucania, avendo la Alfieri Impianti incassato i bonifici della Dervit, presunta dazione di un patto corruttivo contestato dalla pubblica accusa, presso una filiale Bcc a Torchiara, area di competenza del tribunale cilentano. La sentenza dei giudici della Suprema Corte è attesa per il 14 febbraio prossimo. Nel collegio difensivo gli avvocati Antonello Natale, Domenicantonio D’Alessandro, Agostino De Caro, Enrico Tedesco e Cecchino Cacciatore. (StileTV)

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