Un trattativa privata per affidare a soli due operatori sanitari le prestazioni in convenzione per Pet/Tac; strutture oltretutto prive di accreditamento e, una delle due, “addirittura priva di autorizzazione sanitaria per la medicina nucleare, ottenuta molto tempo dopo”. Il tutto con contratti che prevedevano l’impegno dell’Asl a pagare 980 euro per ciascun esame, fino alla concorrenza di 2.400 prestazioni l’anno, che corrispondevano in soldoni a 2,3 milioni. Contratti annuali, per i quali l’Asl “non ha mai esercitato il recesso”, e “automaticamente rinnovati per ben quattro volte”.
La conclusione
A mettere la parola fine a questa incredibile vicenda che si trascina da ben 17 anni ci ha pensato il Consiglio di Stato con una sentenza recepita dall’Azienda sanitaria che con una recente delibera ha dovuto nominare un gruppo di esperti che ora dovrà quantificare il danno (davvero cospicuo, visti i parametri fissati dai giudici di Palazzo Spada) e risarcire il terzo operatore privato che, nell’ormai lontano 2008, con un ricorso al Tar, fece scoppiare il caso. (LA CITTA)