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Pesca, Pierro (Lega) interroga il Ministro Lollobrigida per tutela pescatori di piccoli pelagici 

Turismo

Pesca, Pierro (Lega) interroga il Ministro Lollobrigida per tutela pescatori di piccoli pelagici

 Salerno 01 Giu. – Il deputato della Lega Attilio Pierro ha presentato interrogazione al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali per la tutela della la pesca dei piccoli pelagici. Un’attività che mantiene vive le tradizioni del comparto della piccola pesca costiera che rappresenta un segmento fondamentale dell’economia ittica italiana e che riguarda circa l’80% delle imbarcazioni italiane dedite e circa 10mila addetti. “Le specie dei piccoli pelagici come l’Acciuga e la Sardina – si legge nel documento del componente della commissione Agricoltura della Camera Pierro – costituiscono più di un terzo della pesca marina complessiva e sono il pescato della cosiddetta pesca costiera, che vengono catturati con reti a circuizione”. A creare una situazione di ‘ svantaggio’ per i piccoli pescatori sono i decreti direttoriali del Masaf del 26 giugno 2023 (n. 331729 – n. 331743 -n. 331729) relativi alle unità autorizzate alla cattura al bersaglio dei piccoli pelagici (alici e sardine) che stanno creando non pochi problemi alle piccole unità pesca a circuizione. “I succitati decreti direttoriali – prosegue Pierro – prevedono, infatti, che le grandi unità da pesca a circuizione (tonnare), nonostante siano abilitate alla pesca del tonno rosso, per essere confermati nell’elenco delle unità da pesca autorizzate a pescare nell’anno successivo, devono registrare 30 giornate di pesca di piccoli pelagici. Le grandi unità, che operano sia nel mar Tirreno che nel mar Adriatico, catturano anche grosse quantità di alici, spesso di piccola taglia, creando concorrenza sleale verso le piccole circuizioni, che possono pescare solo piccole quantità di alici, con la conseguenza di deprimere il mercato perché i grossi quantitativi immessi sul mercato abbattono il prezzo del prodotto stesso, e questo sta suscitando non poche tensioni tra gli operatori che pescano la medesima risorsa e negli stessi areali. Per le grandi circuizioni l’abbattimento del prezzo delle alici non influisce in modo significativo sul loro reddito in quanto la principale fonte di reddito deriva dalla pesca del tonno rosso, a differenza delle piccole e medie circuizioni, per le quali la pesca del piccoli pelagici si tratta dell’unica attività possibile e quindi dell’unica fonte di reddito. Sarebbe opportuno – propone il deputati della Lega – permettere agli armatori di effettuare annualmente una scelta tra svolgere l’attività di pesca dei “piccoli pelagici” oppure dei “grandi pelagici” al fine di limitare, da un lato, lo sforzo di pesca sulla risorsa dei piccoli pelagici da parte delle grandi circuizioni, che comunque conserverebbero il diritto di pescarli e dall’altro una maggior efficienza/efficacia complessiva. Occorre tutelare soprattutto la presenza dei piccoli pelagici senza i quali i tonni cambierebbero le abituali aree di caccia. Una distinzione già adottata con successo in Francia – spiega Pierro – dove le imbarcazioni da pesca superiori a 18 metri, abilitate alla pesca del tonno rosso, non posso esercitare la pesca dei piccoli pelagici, così come a Malta le grandi imbarcazioni non possono esercitare la pesca dei piccoli pelagici nella zona protetta di 25 miglia, proprio per favorire le piccole imbarcazioni a circuizione”. Una richiesta dunque per capire come e se il governo intenda procedere alla modifica dei suddetti decreti al fine di limitare la conflittualità tra operatori del settore della pesca, salvaguardare la risorsa ittica dei piccoli pelagici, ridurre la competizione sleale nei confronti della piccola pesca a circuizione nonchè salvaguardare il loro reddito.

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