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domenica, Novembre 24, 2024
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74° Festival di Sanremo, le pagelle ai duetti: Annalisa Mango Alfa e Geolier da 8. Male San Giovanni, Ricchi e Poveri e Dargen D’amico

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74° Festival di Sanremo, le pagelle ai duetti: Annalisa Mango Alfa e Geolier da 8. Male San Giovanni, Ricchi e Poveri e Dargen D’amico

Va in archivio la serata più attesa da tutti gli amanti della musica nazionale e internazionale. Sul palco dell’Ariston si sono alternati tutti e 30 i cantanti in gara che hanno scelto altrettante canzoni per infiammare un Ariston che ha risposto “presente” a ogni brano fra tradizione, innovazione e sguardi puntati al futuro.
Ecco come li abbiamo sentiti e giudicati.

Le pagelle ai duetti (in ordine di apparizione)

Sangiovanni – “Farfalle”-“Mariposas” con Aitana: non se ne sentiva il bisogno. Voto 5

Annalisa – “Sweet Dreams (Are made of this)” con La Rappresentante di Lista e il coro Artemia. Scelta accattivante, il brano non si discosta molto dall’originale se non per una sorta di battle di vocalizzi. Coinvolgente il coro nel finale. Voto 7,5

Rose Villain – Medley Gianna Nannini con Gianna Nannini: viaggio nella carriera di una donna che ha fatto la storia della canzone italiana. Peccato per il senso di fretta nel passaggio tra un brano e l’altro e per la disparità di potenza vocale (e non solo di potenza). Voto 6,5

Gazzelle – “Notte prima degli esami” con Fulminacci: è Sanremo, ma sembra Roma. Delicati, fedeli perché certi pezzi non si toccano, specie all’interno del Raccordo. Bravi, coraggiosi e rispettosi. Voto 7

The Kolors – Medley Umberto Tozzi con Umberto Tozzi: brani che chiamano il coro, anche se le parti del duo sembrano slegate. Il pubblico in sala apprezza, canta, balla e batte le mani a tempo. Sul palco c’è un po’ di confusione. Voto 6,5

Alfa – “Sogna, ragazzo, sogna” con Roberto Vecchioni: parlano a due generazioni incitandole a prendersi il futuro con le parole lasciate in dono da un professore ai propri alunni. Finale inedito, riscritto, coraggioso. Delicata la scelta di un arrangiamento in orchestrale a salire. Voto 8

Bnkr44 – “Ma quale idea” con Pino D’Angiò: buona l’idea, momento disco-dance a cavallo tra le generazioni. Si divertono tutti e si vede. Il risultato è più simpatico che bello. Voto 6

Irama – “Quando finisce un amore” con Riccardo Cocciante: grande trasporto per un classico senza tempo che, però, non si discosta dall’originale. Voto 6

Fiorella Mannoia – “Che sia benedetta” e ”Occidentali’s Karma” con Francesco Gabbani: precisi e puntuali in una esibizione dalla doppia (inaspettata) anima. Si divertono e fanno divertire. Voto 6,5

Santi Francesi – “Hallelujah” con Skin: hanno scelto una compagna di viaggio dal sicuro impatto, ne esce una interpretazione non certo brillante in originalità, ma di chiaro effetto. Sul finale prende il largo. Voto 6,5

Ricchi e Poveri – “Sarà perché ti amo” e “Mamma Maria” con Paola & Chiara: doppia coppia all’insegna della canzone leggera nel vero senso della parola. Perché quell’inizio in spagnolo? L’effetto simpatia non sempre è sufficiente. Voto 5,5

Ghali – Medley “Italiano vero” con Ratchopper: racconta una storia in canzoni, rivendica la sua italianità (perché c’è sempre qualcuno a cui bisogna ricordarlo) tra autocitazione e omaggio a Toto Cutugno. Ben costruita, forse pecca un pizzico di brio. Voto 6

Clara – “Il cerchio della vita” con Ivana Spagna e il Coro di voci bianche del Teatro Regio di Torino: il momento Re Leone è intenso, ma solo per appassionati del genere. Voto 6

Loredana Bertè – “Ragazzo mio” con Venerus: Bertè con Venerus canta Tenco riarrangiato da Fossati, se non basta come marchio di qualità allora forse mancano le basi per capire che cosa si sta ascoltando. C’è potenza, personalità, c’è un palco pieno. Voto 7

Geolier – Medley “Strade” con Guè, Luche’ e Gigi D’Alessio: che piaccia o meno hanno costruito qualcosa che spazia dalle pietre miliari del rap contemporaneo al neomelodico. Voto 7,5

Angelina Mango – “La rondine” con Il quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma: che bello l’incastro di orchestra e quartetto, che bello assistere a una interpretazione che tocca corde che vanno al di là di musica, note, Festival e altre cose infinitamente più piccole dell’amore di una figlia per il padre. Voto 8

Alessandra Amoroso – Medley con Boomdabash: c’è dentro un po’ di tutto, dalla tradizione popolare ai tormentoni. Minestrone in salsa estiva costruito per piacere a tavolino. Voto 6

Dargen D’Amico – Omaggio a Ennio Morricone con BabelNova Orchestra: come sempre non è semplice da capire fino in fondo al primo impatto e, come sempre, porta a Sanremo qualcosa di importante sia omaggiando un grande, sia citando se stesso. E poi ribadisce il concetto: “Cessate il fuoco” Voto 5

Mahmood – “Come è profondo il mare” con Tenores di Bitti: per andare a toccare certe pietre miliari e cambiarne l’essenza bisogna avere una certa dose di coraggio e una dose ancora maggiore di talento, gusto, illuminazione. Qui c’è tutto. Voto 6

Mr.Rain – “Mary” con Gemelli Diversi: classicone primi anni duemila addobbato in chiave contemporanea e vestito da sera. Incastrato a forza il finale che strizza l’occhio al pubblico “family” del tormentone festivaliero 2023. Voto 6

Negramaro – “La canzone del sole” con Malika Ayane: scelta pop per eccellenza, brano scivoloso per il rischio di cadere nel banale. Ma loro lo portano in alto dandogli veste e ricchezza nuova. Altro che quattro accordi. Voto 7

Emma – Medley Tiziano Ferro con Bresh: poteva essere scelta scivolosa, dimostrano di portare a termine il compito con i piedi ben saldi a terra tra estratti fedeli e rielaborazioni. Impietoso il confronto vocale tra i due. Voto 6

Il Volo – “Who wants to live forever” con Stef Burns: sul piano canoro sono, come sempre, inappuntabili. Ma resta sempre quell’aria da musical che poco si sposa con i gusti del mondo contemporaneo. Sembrano sempre fuori dal tempo. Voto 6,5

Diodato – “Amore che vieni, amore che vai” con Jack Savoretti: semplice nel senso buono del termine, è un brano che non deve essere snaturato. Il crescendo sul finale è di rara potenza e fa da contrasto al morbido incipit di Filippo Timi. Voto 6

La Sad – “Lamette” con Rettore: sul palco si incontrano una icona del vero essere punk con tre ragazzi che punk lo sono solo nell’estetica e nelle intenzioni. Che peccato. Voto 5,5

Il Tre – Medley Fabrizio Moro con Fabrizio Moro: duetto scolastico, senza alti o bassi. Voto 6

BigMama – “Lady Marmalade” con Gaia, La Niña e Sissi: show vero, per qualche minuto ci si spinge oltre oceano. Rispettano la struttura del brano rendendolo loro, aggiungendo dove c’è da aggiungere e senza snaturarlo. Voto 5

Maninni – “Non mi avete fatto niente” con Ermal Meta: a differenza della coppia Il Tre – Fabrizio Moro riarrangiano il brano che, però, resta sempre la stessa ricetta, solo rimescolata. Voto 6

Fred De Palma – Medley Eiffel 65 con Eiffel 65: tra incipit in rap, revival anni ’90/2000, freestyle (davvero “free”?) fanno ballare l’Ariston a notte fonda. Voto 7

Renga Nek – Medley Renga Nek: si citano da soli, scolastici. Voto 6

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